Esonero confermato per medici, farmacisti, altri operatori e strutture sanitarie per il 2019. Le criticità presentate recentemente dal Garante della Privacy circa la tutela dei dati personali in relazione all’obbligo di Fatturazione Elettronica hanno iniziato a produrre i primi effetti.
Con l’approvazione di un emendamento al Decreto Fiscale (DL 119/2018), la Commissione Finanze al Senato ha ufficialmente stabilito che i soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria (Dlgs 175/2014) ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata saranno esonerati dall’obbligo di fatturazione elettronica previsto per il prossimo 2019 (in riferimento alle fatture i cui dati sono inviati al Sistema tessera sanitaria).
Ciò significa che eventuali consulenze, prestazioni o visite svolte nei confronti di persone giuridiche – i cui dati quindi non sono oggetto di comunicazione attraverso il Sistema tessera sanitaria – dovranno essere regolati attraverso l’emissione di una fattura elettronica.
Tale esonero, nei fatti, si aggiunge ad altri già precedentemente previsti. Ci riferiamo alle partite Iva aderenti al regime forfettario (al di sotto dei 65mila euro) ed alle società sportive dilettantistiche.
I NUOVI SOGGETTI INTERESSATI
Per citare qualche esempio concreto, l’esonero riguarda soggetti come le strutture sanitarie come Asl, Ao, Irccs ed i Policlinici universitari. O, ancora, le farmacie, i presidi di specialistica ambulatoriale, le strutture per l’erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa. Citiamo infine gli altri presidi e le strutture accreditati per l’erogazione dei servizi sanitari e in generale gli iscritti all’Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
L’ANTEFATTO: LE RAGIONI DELL’ESONERO
Le ragioni della modifica trovano le radici più profonde nella questione “privacy”. Esse erano state sollevate inizialmente da alcuni parlamentari. Successivamente, inoltre, sono state rimarcate dall’Associazione nazionale commercialisti ad Assosoftware. Quest’ultima è l’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato e Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
“I dati contenuti nelle fatture trasmesse all’Agenzia delle entrate, che riportano anche informazioni di carattere personale o relative a transazioni commerciali potrebbero essere oggetto di interesse da parte di terzi, volti a conoscere le scelte degli operatori economici e a profilarne le caratteristiche. Ciò anche in considerazione del possibile coinvolgimento, nella predisposizione del software di compilazione delle fatture medesime, di alcuni soggetti fornitori di sistemi contabili e gestionali in uso presso gli studi professionali. Alcuni mesi fa, la Claai (Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane), aveva evidenziato analoghe preoccupazioni. Aveva infatti sottolineato “il rischio di possibili problemi di violazione di segreti industriali e commerciali nonché di violazioni della privacy dei consumatori”.
Le criticità riguardano quindi la natura personale di alcuni dati contenuti nelle fatture trasmesse all’Agenzia delle Entrate. Nonché, inoltre, la presenza di informazioni relative a transazioni commerciali potenzialmente oggetto di interesse da parte di terzi.
L’INTERVENTO DEL GARANTE DELLA PRIVACY
La problematicità sollevata a tutela della privacy in riferimento a medici, farmacisti, operatori di altra tipologia e strutture sanitarie non è passata inosservata. In primis al Garante della Privacy che, per parte sua, ha immediatamente richiesto all’Agenzia delle Entrate di rendere note le modalità attraverso cui intende rendere conformi al quadro normativo nazionale ed europeo le procedure relative al trattamento dei dati ai fini della fatturazione elettronica.
Il Garante ha definito quest’ultima “un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati”. Ciò in quanto origine “di un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala”.
Oggetto di critiche sono state anche le modalità di trasmissione delle fatture attraverso il Sistema di Interscambio. Così come gli ulteriori servizi offerti dall’Agenzia, quali la conservazione dei dati sono fallaci in termini di sicurezza. Dalla “mancata cifratura della fattura elettronica” all’utilizzo della PEC per lo scambio delle fatture, “con la conseguente possibile memorizzazione dei documenti sui server di posta elettronica”.
Tutte criticità che, inevitabilmente, hanno costretto l’Agenzia delle Entrate ad avviare nell’immediato un dialogo con il Garante della Privacy. Il fine è quello di assicurare il pieno rispetto della privacy circa la riservatezza dei dati sensibili in ambito Fatturazione Elettronica.
Fonte: Comunicazione del Garante per la Protezione dei Dati personali